In questo saggio Andrea Wulf riporta alla luce le esperienze ed i traguardi raggiunti da Alexander von Humboldt, prendendoci per mano ed accompagnandoci al fianco del naturalista ed esploratore dalle cime del Chimborazo alle steppe dell’Asia centrale, mentre chiacchierava con personalità del calibro di Goethe e Simón Bolìvar, permettendoci di ricordare la sua figura e capire come sono nate le basi dell’intera ecologia moderna.
Alexander von Humboldt fu lo scienziato più influente e famoso del suo tempo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Uomo più famoso al mondo dopo Napoleone”, a detta dei suoi contemporanei.

Nato nel 1796 in una famiglia dell’aristocrazia prussiana, tramite i suoi viaggi e le sue opere ispirò autori in molteplici campi del sapere, da Darwin a John Muir, da Thoureau a Goethe, fino ad Edgar Allan Poe, che dedicò il suo “Eureka” ad Humboldt.
In tutto il mondo, in nome di Humboldt sono state battezzate catene montuose, ghiacciai, doline, correnti marine, baie e cascate; più di trecento specie di piante e cento di animali portano il nome dello scienziato prussiano.
Il calamaro di Humboldt nuota nelle acqua della corrente di Humboldt, nel pacifico, nei soli stati uniti troviamo otto cittadine battezzate “Humboldt”, ed il nome dell’eminente scienzato ed avventuroso esploratore risuona persino nello spazio, con il Mare Humboldtianum sulla Luna.
Ad Humboldt sono associate innumerevoli scoperte e realizzazioni scientifiche, tra cui la scoperta delle isoterme, dell’equatore magnetico e l’idea di zone climatiche e vegetazionali che si snodano in maniera prevedibile e similare attraverso tutto il globo, ma soprattuto dobbiamo a lui un modo completamente nuovo, per l’epoca, di percepire l’ordine naturale.
Realizzando che tutto era connesso, Humboldt scrisse “In questa grande catena di cause ed effetti, non c’è un solo fatto che possa essere considerato isolatamente”, di fatto forgiando il moderno concetto di Natura.
La sua memoria ed il suo nome, ad oggi, risuonano per lo più nelle Americhe, soprattutto in America latina, e nella natìa Germania, mentre nel resto del mondo sono scivolati pian piano in un oblio quasi totale, e per ironia della sorte -come dice Andrea Wulf- “le sue intuizioni sono diventate così ovvie da farci dimenticare l’uomo che ci sta dietro”. Appunto per ricordare una dimenticata figura di fondamentale importanza per capire il funzionamento degli ecosistemi e gettare quindi le basi per salvaguardarli, “L’invenzione della Natura” di Andrea Wulf, edito da Luiss University Press, è il primo consiglio di questa nuova rubrica della nostra newsletter!