Intervistare un albero? Ma sei matto? Invece s?, ho molte cose da chiedergli. Soprattutto come sta!
E? il momento di scendere dal nostro piedistallo di specie insapiens che guarda gli altri esseri viventi solo come risorse da sfruttare e prive quindi di una loro identit? e diritto all?esistenza. Gli alberi quindi diventano legname, I pesci diventano stock ittici da supermercato, gli uccelli bersagli da impallinare…
Sabato 30 novembre abbiamo tenuto a Roma il corso di formazione sull’interpretazione naturalistica per volontari e staff con tema gli alberi. Sono d?accordo con Chiara, Responsabile del settore Educazione ambientale della Lipu, che ?E’ stata un’occasione davvero bella non solo per esplorare e testare direttamente questa metodologia didattica ma anche per incontrarsi e scambiare idee e riflessioni tra persone che lavorano nell’educazione ambientale su quello che ci richiede la societ?, su quello che noi riteniamo fondamentale, su quello che ci fa raggiungere i nostri obiettivi didattici.?
E? fondamentale che l?educazione ambientale non diventi un?altra materia da studiare, ma un?esperienza che ci consenta di entrare in connessione con la Natura, di vivere delle sensazioni positive che rafforzino la nostra volont? di prenderci cura anche degli altri esseri viventi: animali e piante. Per questo motivo le attivit? di educazione ambientale all?interno delle nostre Riserve ed Oasi hanno il fine di creare un legame emotivo con la Natura oltre che prendere consapevolezza dell?importanza di tutelare la biodiversit?.
Le attivit? sono state diverse, a coppie abbiamo intervistato gli alberi presenti nel parco cittadino, a gruppi abbiamo rappresentato come in un flash mob le diverse parti che costituiscono l?albero, individualmente abbiamo immaginato di diventare alberi e vivere il trascorrere delle stagioni. Sono molte le attivit? che abbiamo fatto, descritte cos? possono fare sorridere e far pensare a una qualche dimensione olistica. Credo proprio serva un p? di sana follia per assumerci la responsabilit? di conservare e tutelare la biodiversit? di cui facciamo parte. Non ? pi? possibile parlare di servizi ecosistemici che sottintendono una matrice di libero mercato per cui qualcosa ha valore se monetizzabile. Gli altri esseri viventi hanno un progetto biologico chiaro: respirano, si nutrono, si riproducono, muoiono e ridanno vita al ciclo del carbonio. La nostra evoluzione culturale ? talmente veloce che noi abbiamo creato delle monete virtuali in grado di dare un prezzo a tutto ci? che ? biodiversit?. Il rischio ? che saremo noi a pagare il prezzo pi? caro, considerati gli effetti della crisi climatica che stiamo vivendo.
Vi lasciamo con un pensiero scritto da una partecipante al corso, che ci ha dato l’autorizzazione a diffonderlo. L’attivit? consisteva nello scrivere, alla fine della giornata, una lettera a se stessi sull’esperienza svolta.?
“Cara Kika, ricordati di questo 30 novembre 2019, ricordati il sole che ti ha accolto dopo quasi un mese di pioggia.
Ricordati il momento in cui i tuoi capelli sono diventati radici e delle chiacchiere con il leccio. Ricordati i volti gi? amici e quelli sempre pi? familiari. Ricordati soprattutto quella sensazione che provi raramente, di sentirti nel momento giusto, al posto giusto. Se, quando rileggerai queste righe, starai camminando con il fiato trattenuto, attenta a non farti risucchiare dalle tue voragini, ricorda come ti sei sentita questo giorno: parte di qualcosa di grande e di estremamente nobile”.
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