A tutti gli affezionati simpatizzanti dell’arte brassicola di palude farà piacere sapere che anche quest’anno, insieme a Gianluca del Birrificio Lupus in Luna, siamo riusciti a produrre una piccola cotta di Muddy, la Swamp Ale brassata con i luppoli spontanei che crescono nelle paludi di Massaciuccoli.

Quest’anno ci sono due novità.

La prima, che ormai è una certezza, è che la ricetta è cambiata. Tutti gli anni infatti la Muddy cambia gusto in base alla presenza di qualche ingrediente che si trova per caso al momento della produzione, tuttavia quest’anno
sono cambiate molto anche le modalità operative.
Avete mai sentito parlare di birra cruda? In realtà birra cruda è un modo di dire assolutamente inappropriato, al limite con la pubblicità ingannevole. Tanto per essere chiari, il processo stesso di produzione della birra si chiama tecnicamente “COTTA”.

Magari in Mesopotamia più di quattromila anni fa si poteva anche parlare di birra cruda, ma attualmente i cereali, durante il processo che viene chiamato ammostamento, subiscono necessariamente una vera e propria cottura in acqua a termperature variabili (generalmente tra i 60 e i 70 gradi centigradi) per periodi di almenno un’ora, che possono diventare a seconda dei casi anche molto più lunghi.

Nelle birre moderne, dopo questa prima fase (e dop una fase seguente di circa una decina di minuti alla temperatura standarf di 78 °C) è presente anche uno step di almeno un’ora di bollitura a 100 °C per estrarre sostanze amaricanti e aromatiche dai luppoli.

Come si può intuire, parlare di “birra cruda” è più una strategia di marketing che una onesta descrizione di una categoria merceologica.Fa eccezione a quanto detto la produzione di alcune birre, tipiche ad esempio dei paesi scandinavi, che per motivi legati alla tradizione sono sempre stati chiamate RAW ALES (birre crude) per distinguerle dalle tipologie di birra più classiche. Anche per queste birre è difficile parlare di qualcosa di crudo, visto che comunque subiscono una fase di ammostamento, ma comunque non vengono assolutamente bollite.

Noi quest’anno ci siamo ispirati alle Raw Ales, e abbiamo comnpletamente saltato la fase di bollitura, aggiungendo i luppoli sia in ammostamento, sia preparando un infuso durante la cotta.

Perché la scelta di ispirarsi delle Raw Ales? Intanto perché ci piace cambiare, e poi perché queste birre fanno parte della grande famiglia delle Farmhouse Ales, le birre “rustiche” che sono più consone al nostro stile di vita.La seconda novità della Muddy di quest’anno è l’etichetta. Dopo i primi anni di etichette sempre uguali, stavolta grazie alle doti grafiche della nostra volontaria Selene (artista grafica nota con lo pseudonimo di Seltz Pattrocchi) è stato composto il piccolo capolavoro che valorizza ancora di più le nostre bottiglie.

Se siamo soddisfatti della Muddy? Certo, sia dal punto di vista organolettico, che da quello artistico!