Un bel mattino limpido di met? aprile, all’improvviso il cielo si ? animato di un meraviglioso arcobaleno alato, annunciante il proprio arrivo con un frizzante e inconfondibile saluto? ?gru..gru..gru..!?! E’arrivato il gruccione, dopo un lungo viaggio dai quartieri di svernamento dell’Africa subsahariana, per trascorrere la sua ?stagione dell’amore? alle nostre latitudini, con grande gioia di chi lo osserva e lo ascolta e con disappunto (ahim?!) per gli apicoltori? il suo nome specifico, apiaster, suggerisce di fatto la sua particolare predilezione per api, vespe e bombi che cattura in volo dimostrando un?abilit? comune a pochissime specie di uccelli. Il suo nome generico, Merops, fu attribuito da Linneo a tutti i membri della famiglia dei gruccioni, circa 25 specie presenti nel mondo (una soltanto nel continente europeo, appunto il Merops apiaster) e come spesso si riscontra nell’ambito delle scienze naturali, il nome rimanda direttamente al mondo della mitologia: Merops fu il Re di Kos, piccola isola del Dodeccanneso, e marito della ninfa Etemia. Quando questa mor? precipitando da una rupe, Merops si uccise a sua volta e la dea Era, commossa da tanto amore, trasform? il corpo dello sfortunato Re nella costellazione dell?aquila.
Il gruccione ? un colorato e abilissimo cacciatore, che predilige ambienti aperti con vegetazione spontanea e cespugliosa con alberi sparsi, boschi con radure e corsi fluviali. Si nutre prevalentemente di insetti, che cattura in aria con sortite da un posatoio, e quando questi sono dotati di temibili pungiglioni, usa una tecnica tutta particolare: una volta catturata la preda, sfrega ripetutamente su una superficie dura l?addome della vittima.
Nemici o amici degli apicoltori? Il problema ? pi? complesso di quello che sembra…
Bisogna considerare che ci sono due strategie alimentari nel modo di cibarsi di un gruccione. La prima, quella pi? ?apicoltore-friendly? prevede di nutrirsi catturando meno prede ma di dimensioni pi? grandi, come calabroni, falene, locuste, scarabeidi, cerambici e altri grossi insetti, limitando le azioni di caccia e quindi sprecando meno energie. La seconda strategia vede i gruccioni come divoratori di insetti pi? piccoli ma in gran numero. In questo caso c’? bisogno di un territorio di caccia dove gli insetti sono molto numerosi, ad esempio gli apiari dove gli apicoltori allevano le proprie api. In questa prospettiva il gruccione finisce a pieno diritto nella lista dei ?cattivi? senza pensarci neppure troppo. Questa situazione per? ha un ?dietro le quinte? sconosciuto ai pi? che potrebbe rivalutare la figura del gruccione agli occhi degli apicoltori di mentalit? pi? aperta.
Una premessa da fare ? quella che esiste un insetto, incredibilmente sottovalutato dagli apicoltori stessi, in grado di fare strage di api. Si tratta di una mosca chiamata Senotainia tricuspis che ? in grado di parassitizzare al volo le api con le proprie larve. Calcoli scientifici hanno dimostrato che bastano 5 esemplari di questa mosca per portare a morte un’intero alveare. Ogni singola mosca che compare all’inizio della primavera ? in grado di produrre tra le 500 e le 600 larve che all’inizio dell’estate si trasformeranno in mosche e saranno quindi in grado di produrre tra le 250.000 e le 360.000 larve. Alla primavera dell’anno successivo una singola mosca potrebbe aver dato vita a una discendenza di individui variabile tra i 125 e i 216 milioni! Come avviene a grandi linee la parassitizzazione dell’ape da parte della mosca? La mosca insegue l’ape e al volo le deposita una o pi? larve sul corpo. La larva penetra attraverso la cuticola dell’ape e comincia a mangiarla dall’interno. Uno dei sintomi della parassitizzazione, sin dai primi giorni ? la difficolt? di volo dell’ape dovuta alle lesioni dei muscoli alari. Quando l’ape muore, la larva ne abbandona le spoglie e si nasconde alcuni centimetri sotto terra per completare la sua trasformazione in mosca adulta. La Senotainia non ? un animale molto raro, anzi un entomologo con l’occhio allenato ? in grado di vederne diverse e il suo areale ? molto esteso. Preferisce le zone pianeggianti e assolate, ovviamente popolate da api… Gli stessi ambienti adorati dai gruccioni! E se l’ecosistema apiario funzionasse come tutti gli altri ecosistemi in cui il predatore caccia prevalentemente gli individui pi? deboli per aumentare le possibilit? di successo dell’atto predatorio? Il gruccione potrebbe selezionare le api che volano con pi? difficolt? allo stesso modo in cui il leopardo caccia le gazzelle pi? vecchie stanche o debilitate. Se cos? fosse, assieme alle api parassitizzate verrebbero eliminati anche migliaia di potenziali parassiti…. E questo spiegherebbe anche perch? le api continuano a sopravvivere nonostante la presenza in prossimit? degli apiari di ben pi? di 5 senotainie adulte! Gruccioni amici o nemici degli apicoltori? La domanda cos? come ? posta non ha senso. Chiediamoci piuttosto se gli apicoltori possono essere considerati amici o nemici dei gruccioni. E di quegli apicoltori che considerano i gruccioni come nemici…. chiediamoci quanto effettivamente siano amici delle api!
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