Quando viaggi attraverso le colline toscane osservi variopinti manti boschivi che sfumano in diverse tonalit? di verde. Boschi di un verde intenso, come i querceti o le pinete di pino marittimo, d’un tratto con una linea cromatica netta danno spazio ad alberi dalla tonalit? chiara modellati dal lavoro secolare dell?uomo: gli olivi.
L?immagine immediata ? l?assaggio della bruschetta unta di olio nuovo in un momento di convivialit? alla fine di un lungo lavoro. E’ proprio cos?, mantenere un oliveto ? un lavoro impegnativo, significa dedicare molto tempo a potare, concimare, raccogliere.
Se a questo aggiungi le contraddizioni di un mercato globale per cui in India hanno iniziato a coltivare olivi e sulla tua tavola arriva olio marocchino, spagnolo? a volte anche contraffatto come vero olio toscano, alla fine pensi che ? pi? semplice andare al supermercato.
La conseguenza di tutto questo ? l?abbandono dei terreni, l?impoverimento culturale, la perdita delle tradizioni e dei rituali legati alla terra che diventano un ricordo. Cosa si pu? fare? Bisogna coltivare un Bene Comune, come antidoto ad un periodo di esasperato individualismo, che va ben oltre al naturale desiderio di avere uno spazio personale, intimo.
Avere una visione, costruire una comunit? di persone che sappiano ?sprecare? il proprio tempo dedicandosi agli altri, alla cura della Terra, per lasciare dei semi fertili e non sterili per il profitto di pochi.
L?olio di Massaciuccoli ? una storia di bene comune, con diversi attori sociali che hanno contribuito a questo progetto. Una volta capito da dove iniziare, seguendo i consigli della gente di ?Maciuccoli? sugli oliveti abbandonati, ? partita la raccolta. Con mezzi del tutto manuali allo scuotimento, potatura e raccolta si sono alternate le braccia dei nostri indispensabili volontari, degli infaticabili ragazzi richiedenti asilo provenienti dal Gambia e dal Ghana, degli operosi ?galeotti? affidati ai lavori di pubblica utilit?. In questa Arca sociale un ruolo primario l?hanno svolto con la loro simpatia ragazzi e ragazze down della cooperativa nel separare meticolosamente foglie da olive e olive da foglie. Una filiera di umanit? spesso emarginata dalla logica del solo profitto ha saputo creare un?bene comune?.
Tutto il materiale utilizzato ? stato prestato, non ? stato comprato niente, anche i contenitori in acciaio inox sono stati regalati da un nostro amico che li produce.
Tutto questo ? andato avanti per una mese fino a quando ? arrivato il giorno che ti da pi? soddisfazione: la spremitura. Con occhi increduli osservavi l?oro verde liquido riempire i contenitori. Risultato ottimo: 2 q = 36 litri.
Bruschette di olio buonissimo pronte!
 olio-Lipu