Oggi, 8 luglio 2017, ricorre una speciale occasione
che vede riunite nella tua casa del Porto tante persone,
grandi e piccini, familiari e amici
che fan parte della tua vita e dei tuoi momenti felici.
Molto s?? pensato cosa offrirti in dono, in una data cos? importante
qualcosa di simpatico, oppure di elegante
alla fine la scelta migliore
? sempre quella di ascoltare il cuore:
poich? ci siamo sempre nutriti della tua memoria
ci siamo presi il compito di raccontare la tua storia.
Nascesti sul lago in un caldo Luglio lontano
seconda figlia di Giulia e di Marino, l?americano
la tua famiglia non era povera, ma non c?era niente da scialare
si lavorava duro, e sul piatto c?era sempre qualcosa da mangiare,
eravate tra i pochi in paese non a servizio della nobilt?
grazie ad alcune terre da coltivare e ad una casa di propriet?.
Eran tempi duri quelli, tra il fascismo e la guerra in arrivo
ma a mamma Giulia non mancava mai il sorriso,
aveva quel fare scanzonato e una naturale allegria
che poi avrebbe trasmesso a te, Maria.
I primi anni al Porto furono una meraviglia
Con la Zi?Ba, la Gesualda, i fratelli Celoni, eravate tutti una grande famiglia!
Tu eri la bimba di tutti, la pi? piccina
ma gi? ti davi da fare, come una vera donnina.
Attenta e curiosa com?eri
osservavi tutti quelli che venivano al Porto, paesani e forestieri
dai tagliatori di falasco col corpo sudato e il viso rosso
alle lavandaie che sciacquavano i panni nel fosso
fino ai barchettari con il loro carico di falasco e ghiaia
e le loro schiene, segnate dal solco dell?alzaia;
tutti loro sono rimasti ben impressi nella tua testa
eroi di un mondo perduto, di cui ancora racconti le gesta.
Accadde all?improvviso, accadde una mattina
qualcosa di tremendo che ruppe i tuoi sogni di bambina,
come a molti del tuo tempo anche a te tocc? la sorte
di vedere in faccia la guerra, e la sua fame di morte.
Si present? sotto forma di uomini in divisa
e di urla strazianti di una madre impaurita,
Kaput! Li portarono via tutti i fratelli Celoni
ma uno, il pi? piccino, si era nascosto in palude, in mezzo ai cestoni
?Mario! Vieni che qui si mette male!? gridava la madre in pugno allo straniero
e lui spunt? tra le cannelle, con gli occhi bassi ma lo sguardo fiero.
Col tempo tornarono tutti a casa, tranne lui, ad Auschwitz gli tocc? restare
quel ragazzino che ti aveva tenuto sulle ginocchia a giocare.
Ci fu poi la deportazione al Molinaccio, tutto il paese vi fu concentrato
in attesa di un segnale di morte che mai venne dato.
I tuoi ricordi sono di notti all?aperto, tutti insieme sotto le stelle,
dei volti preoccupati dei grandi, nervi a fior di pelle
e della tua sorellina di pochi giorni, anche lei concentrata
si salv? col latte di quella mucchina, che ai tedeschi era stata occultata.
Saranno stati gli alleati o un intervento divino,
magari la Madonna del Carmine che ci ha messo lo zampino
ma dopo sette giorni l?incubo fin? e Massaciuccoli fu liberata,
tutti poterono tornare a casa felici per la libert? ritrovata.
Dopo questi momenti difficili passati alla storia
tornare alla normalit? per te fu una vittoria,
aiutare la mamma nelle faccende di casa e tornare a scuola
nei tuoi compiti eri proprio una brava figliola.
Studiavi con profitto e ci mettevi grande impegno
mostrando doti nascoste nella scrittura e nel disegno
al punto che, alla fine della scuola elementare
la maestra Pallesi disse alla mamma ?Ma sar? il caso di farla studiare??
ma il destino per te aveva in serbo un altro disegno
non era facile, a quei tempi, permettersi il lusso di coltivare l?intelletto e l?ingegno,
avevi solo 11 anni quando una fatale malattia
prese il tuo pap? e se lo port? via?
lasciava in te, adorata figlia,
un grande vuoto, ma anche il valore del rispetto e il senso della famiglia.
Forse fu proprio in quel momento che per te fin? l?infanzia
ti rimboccasti le maniche porgendo agli schiaffi della vita l?altra guancia
mettesti da parte il tuo orgoglio e la volont? di studiare
e a 14 anni iniziasti a lavorare.
Erano i tempi dell?Apice, una grande fabbrica di scarpe
impiegava persone di tutta Massarosa e anche oltre,
come molti paesani ti mettesti a disposizione
e loro ti pagavano le marchette, per la pensione.
Fu l? che tra una suola e una scarpa finita
quando meno te lo aspettavi incontrasti l?amore della vita,
Lisandro Puccetti, detto Delio, detto Scepalone
alto, forte, occhi verdi, un bel ragazzone
e tu, tra tutti quelli che ti stavano intorno a ronzare
scegliesti un Bozzanello per poterti fidanzare.
Fu una passione cos? travolgente che un bambino stava gi? per arrivare
quando Delio fu chiamato per il servizio militare.
Per salvare l?onore della figlia mamma Giulia dovette darsi da fare
e anche Delio non si fece certo pregare,
con la penna nera sul cappello
davanti l?altare ti mise l?anello.
Nell?anno 55 nella stagione autunnale
arriv? Mario, un bimbo speciale
un fagottino buono, col volto sorridente
ma con qualche problema del tutto evidente.
Sapesti accoglierlo con gioia, come un dono d?amore
e farlo crescere appieno, con la felicit? nel cuore
lottando sempre per i suoi diritti, con la forza di un leone
come quella volta con Don Pasquini, per fargli fare la Comunione.
Oggi Mario ? un uomo felice, nonostante le sue difficolt?
avete sempre fatto di tutto per regalargli la normalit?.
A distanza di nove anni l?unione con Delio rinnov? le sue radici
e al Porto vol? nuovamente la cicogna, felice nunzio di buoni auspici
era Giugno, il mese dei frutti appesi ai ramoscelli
e tu attendevi il suo arrivo, sotto il segno dei Gemelli.
Sonia gli desti nome, era una bambolina
Delio orgoglioso, Mario felice della sua sorellina
e fu con nuovo stupore, con nuova meraviglia
che iniziasti un nuovo capitolo della storia di famiglia.
Volasti cos? verso gli anni Settanta, anni del mondo in piena rivoluzione culturale
anche in paese le cose cominciavano a cambiare,
fu il periodo delle corse con le barche, delle sagre del pesce, in umido e fritto
in tutte le attivit? sociali ti buttavi a capofitto
col naturale senso pratico che ti caratterizzava
e lo spirito leggero, allegro, che la gente ti invidiava;
ma in alcuni ambiti eccellevano le tue doti
nel disegno e nella creativit? ti meritavi pieni voti,
cos? ti trovasti con Giacomino a scriver le Befane
e a comporre stornelli per le feste paesane,
che fosse il canto o lo scriver poesie
la tua vena artistica trovava sempre nuove vie.
A volte il destino pu? esser amico, e proprio quando pensavi di non averne pi? bisogno
tornasti a scuola, e coronasti il sogno
non gi? come alunna bens? come bidella
lasciando la fabbrica per una professione pi? bella.
Di tutti gli alunni fosti la beniamina,
preparavi le frittelle, e il caff? ogni mattina
curavi perfino le piante dell?aiuola
rendendo pi? accogliente l?ambiente della scuola.
Si dice che il tempo ? tiranno, e viaggia velocemente
ti sembr? un attimo e Mario era un ometto, Sonia adolescente
in quel periodo al Porto l?atmosfera era viva
erano gli anni ruggenti del ristorante Oliva.
Lavoravano l? molti ragazzi del paese
per arrotondare la paghetta del mese,
tra questi anche Sonia, faceva la cameriera
e fu proprio l? che incontr? Pietro, detto il Cagh?ra
veniva da un?isola, aveva attraversato il mare
per giungere a Lucca, a fare il militare.
Sonia non voleva, non poteva pensare
di rimandare il suo amore al di l? del mare
e allora tu, senza batter ciglio
lo accogliesti in casa, come un terzo figlio.
Passavano i mesi, le stagioni, gli anni
la vita scorreva e tu eri felice, anche negli affanni
regnava l?armonia nella tua casa sulla sponda del lago
e ringraziavi ogni sera per quanto avevi, il tuo cuore era pago.
Fu proprio quando pensavi di non avere pi? sorprese
che avvenimenti importanti segnarono il paese,
arriv? il Parco, e per il padule nuove regole
la sua presenza era destinata ad essere durevole.
Ben presto il piccolo porto del lago, da sempre porto di mare
nuove persone vide arrivare,
gente un po? strana, col binocolo al collo e la puzza sotto il naso
nessuno in paese li voleva, e non era mica un caso.
Anche se il Porto non era pi? quello di ieri
tu aspettasti a giudicarli, quei forestieri
con tutti allacciasti rapporti personali
con chi attraversava il lago a nuoto e con chi dormiva sui pancali
non negando mai un sorriso, n? un cesto d?insalata
sempre disposta a ridere e a fare una chiacchierata.
Alla fine li hai adottati tutti, e loro hanno adottato te,
e cosa ? successo poi ognuno lo pu? veder da s?:
se oggi la vita del Porto ha ritrovato la sua magia
buona parte del merito va sicuramente a te Maria.
Tutta la Lipu ? ormai per te come una figlia
e noi, nella tua casa sempre aperta, ci sentiamo come in famiglia
sei anche diventata la regina del Parco delle Stelle
e in questi anni ce ne hai fatte vedere delle belle!
Infine, a coronamento del tuo lungo percorso, il paese ti ha espresso la sua riconoscenza
regalandoti nel 2013 il titolo di Magnifica Eccellenza.
A te, che sei l?ultima portigiana vera
vogliam dedicare questa poesia, nella tua pi? importante primavera
e anche se 80 anni ti sembrano tanti
noi ti auguriamo di viverne altrettanti
davanti a te immaginiamo ancora una lunga via
buon compleanno da Olmo, Andrea e Lucia!
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