Quando il Lago di Massaciuccoli era tutto coperto di piante acquatiche (il cosiddetto ?limo?) con l’inizio dell’Inverno arrivavano dal Nord Europa decine di migliaia di folaghe attratte dalla mitezza del clima e dall’abbondante pastura che esse trovavano in quelle acque. Le guardie del lago, ma anche i cacciatori del paese, tenevano d’occhio l’entit? dei ?mastioni?, ossia i branchi di folaghe, e si sentiva dire: ?Quest’anno c’? un mastione grosso… ci saranno 15.000 folaghe…?… se ne parlava in un crescendo d’attesa fino a che veniva stabilita la data fatidica. Dapprima se ne parlava sottovoce, quasi fosse un segreto, poi si smentiva, quindi si confermava di nuovo. La stampa ne divulgava la notizia e manifesti venivano affissi in tutti i luoghi frequentati dai cacciatori. Quando si diceva ?Domenica si fa la tela!? si spandeva una strana febbre per il paese, se ne parlava al bar, alla bottega, al forno, al lavatoio…perch? la tela non era solo una giornata di caccia, era una festa e una bella fonte di guadagno per il paese, infatti tutti quei signorotti che arrivavano dalla citt?, da Lucca, da Pisa, da Firenze, con quelle macchine mai viste, avevano bisogno di una barca e di un barcaiolo per partecipare. Allora tutti i cacciatori del paese che avevano un barchino prendevano con s? un ?signore? che portava cartucce, mangiare e pagava per una giornata quanto la paga di due settimane al falasco. Nei giorni precedenti cominciavano i preparativi: le donne rattoppavano le ?cacciatore?, gli uomini sistemavano i barchini, i remi, lavavano i paglioli della barca e ci mettevano della paglia per permettere ai signori di inginocchiarsi per sparare…
Poi il giorno fatidico arrivavano con ogni mezzo, i cacciatori locali ed i forestieri. Nelle barche venivano collocati fucili, cartucce, vivande in abbondanza, e mentre i barcaioli erano intenti a questo lavoro, i cacciatori acquistavano il biglietto e, dopo averlo messo bene in vista sul davanti del cappello, cominciavano a prendere posto sopra le barche, ormai pronte sulla linea di partenza.
Si pariva contemporaneamente dal Porto, dalla Barra, dalla Piaggetta e da Torre del Lago; le guardie controllavano che nessuno partisse prima, Pomello c’aveva i carabinieri in barca e girando qua e l? si faceva forte: ?… indietro, indietro, non partite!?, e c’erano anche gli avvertimenti degli anziani: ?se cascate dalla barca non montate dalla sponda, andate dietro e arreggetevi al ?culaccino?…?.
Il segnale di partenza convenuto era un colpo di cannone, alle 10.00 in punto. Allora partivano all’unisono centinaia di barchini, chi a ?remino?, chi a ?roccetti?, all’arrembaggio dei ?mastioni? di folaghe e degli uccelli ?dal becco piatto? che nel frattempo si portavano verso il centro del lago. Le quattro file di barchini procedenti verso quella direzione stringevano i volatili sempre pi?, fino ad accerchiarli e costringerli alla levata. Allora una vera e propria nube di uccelli si riversava a bassa quota sopra i barchini, dai quali partiva una fitta sparatoria… migliaia di spari, l’aria impregnata del caratteristico odore della polvere bruciata e voci concitate: ?Gli ho tirato io a quella!?, ?No! L’ho ammazzata io!?, con i barcaioli che dovevano essere poi veloci a raccogliere le prede.
Ad un certo punto l’intensit? degli spari diminuiva mentre altre scariche partivano dalle ?paglie?, al di fuori del lago, dove erano appostati i cacciatori che non avevano preso parte alla battuta. Alcune folaghe ferite venivano recuperate ed uccise persino sulle colline. Gli ultimi spari erano provocati dal ritorno nel lago, a grande altezza, di folaghe superstiti che tentavano di rientrare. Finita la battuta ci si accostava alla sponda a mangiare; allora si aprivano quelle sporte dei signori con ogni ben di Dio: salame, prosciutto, mortadella… avvolti in quelle carte gialle oleate, mai viste…
Nelle prime ore del pomeriggio i cacciatori si avviavano al ritorno, in ordine, tenendo le folaghe uccise di poppa al barchino e mettendo bene in mostra gli uccelli ?dal becco piatto? e le ?strolaghe? catturate.
Ogno anno potevano svolgersi due o tre tele a seconda di quante folaghe c’erano.
L’ultima tela si ? tenuta nel 1957, quando le folaghe sul lago avevano gi? iniziato a diminuire. ?Quell’anno fu una tela da 5.000 folaghe? come ricorda Delio Puccetti che vi partecip? ?mentre negli anni precedenti se ne erano fatte da 25.000 a 30.000?.
(Tratto da ?I Cavagranchi di Maciuccoli?, 2013)
Scrivi un commento