La nostra terra ? ancora abitata dagli dei come nei tempi antichi oppure sono del tutto scomparsi abbandonandoci al nostro destino?
Come non esistono solo il bianco e il nero ma ben oltre 50 sfumature di grigio, anche la risposta a questa domanda non prevede solo un ?s?? o un ?no?, ma deve essere sviluppata in maniera pi? complessa, e non ? questa la sede pi? appropriata per disquisirne.
Non tutti sanno per? che Thot, dio della Luna, della sapienza e della magia, anticamente venerato dagli Egizi, cammina e vola al nostro fianco essendosi incarnato nella creatura terrena che noi chiamiamo Threskiornis aetiopicus, o pi? comunemente Ibis sacro.
L’ibis sacro ? un pelecaniforme appartenente alla famiglia dei Treschiornitidi diffuso principalmente nell’Africa subsahariana e in Medio Oriente fino all’Iraq. Anticamente era presente in Egitto, paese in cui al momento ? da considerarsi praticamente estinto.
Si tratta di un uccello di dimensioni abbastanza ragguardevoli che pu? arrivare a una settantina di centimetri di lunghezza con un’apertura alare che pu? arrivare al metro e venti e un peso di quasi 2 kilogrammi. Il piumaggio ? bianco con la coda nera; il becco allungato ? caratteristicamente ricurvo verso il basso, anch’esso di colore nero come le zampe che hanno la forma allungata tipica dei trampolieri.
Si tratta di un animale che predilige ambienti palustri e fluviali, ma che non disdegna di spingersi ai margini delle citt? o sulle zone di costa marina.
In tempi recenti L’ibis sacro, oltre che in Florida, in Francia e in Spagna, ? stato introdotto anche in Italia meridionale, mentre nell’Italia del nord sembra che si sia diffuso in maniera spontanea.
La popolazione mondiale degli Ibis sacri ? calcolata in centinaia di migliaia di individui. Questo fatto, assieme alle sue grandi capacit? di adattamento fa s? che la specie sia da considerarsi in buona salute.
L’ibis sacro ? una specie di abitudini prevalentemente diurne che predilige la vita gregaria, vivendo in gruppi che possono superare le 100 unit? e che durante il periodo dell’accoppiamento possono arrivare anche a 5,000 esemplari.
La dieta dell’Ibis ? prevalentemente di tipo carnivoro ed ? costituita soprattutto da pesci, serpentelli, lucertole, rane e invertebrati di ogni tipo. Non disdegna uova, carogne e piccoli mammiferi ed ? stato osservato predare addirittura i coccodrilli neonati e i piccoli di tartaruga marina al momento della schiusa.
Tra giugno e luglio avvengono gli accoppiamenti cui segue la deposizione delle uova, generalmente 2 o 3 dalle quali schiudono dei pulcini che saranno indipendenti nel giro di 4,5 settimane.
La specie non ha molti nemici naturali, soprattutto in Italia dove non abbiamo coccodrilli, pitoni, varani o babbuini.
Se da un lato la presenza della specie in Italia fa contenti molti birdwatchers, ? innegabile che tra gli ornitologi ci sia un buon grado di apprensione per il forte impatto negativo che questi animali sono potenzialmente in grado di avere nei confronti di tutta l’avifauna degli ambienti che frequentano.
Presso la riserva del Chiarone sono stati registrati nel corso degli anni alcuni sporadici avvistamenti di Ibis sacro, ma questa ? la prima volta che si segnala una permanenza cos? prolungata di tre individui che vagano per i chiari gi? dalla fine di marzo.
Date le premesse, ci potrebbe domandare se si tratti di un buono o di un cattivo segno, ma forse ? pi? saggio limitarsi a venire a guardarli e, per il momento, a constatare che si tratta semplicemente di un segno dei tempi.
Scrivi un commento