tartazzaSi definiscono aliene (o alloctone) le specie animali o vegetali che si ritrovano in aree al di fuori del proprio habitat naturale, in seguito a un’importazione intenzionale o volontaria. In assenza di competitori autoctoni assumono spesso carattere invasivo, poich? la riproduzione allo stato selvatico comporta un incremento considerevole delle popolazioni che finisce per minacciare la sopravvivenza delle specie locali.
Nel territorio europeo si stima la presenza di circa 12.000 specie aliene, il 15% delle quali a carattere invasivo. Si tratta di un fenomeno di rilievo, tanto che la presenza di specie aliene ? considerata la seconda minaccia pi? grave per la biodiversit?, dopo la distruzione dell’habitat.
In Toscana si registrano circa 172 specie alloctone, di cui quelle considerate pi? invasive sono il gambero rosso della Louisiana, o gambero killer (Procambarus clarkii), il pesce siluro (Silurus glanis), entrambi presenti anche nel Lago di Massaciuccoli, il bengalino (Amandava amandava) e la tartaruga palustre americana (Trachemys scripta).
Trachemys scripta, tra le specie alloctone di Rettili presenti in Italia (pi? del 10% del totale), ? quella che oggi presenta sicuramente la pi? ampia distribuzione. Appartenente all’ordine delle testuggini, ? originaria del bacino del Mississippi (Stati Uniti), del Centro America e delle regioni nord-occidentali dell’America meridionale; vive in laghi, torrenti, canali, paludi, stagni e fiumi in genere dal corso d’acqua lento e fangoso, poco profondi, con fondali melmosi o sabbiosi e abbondanti piante acquatiche, le cui rive siano facilmente accessibili e soleggiate per gran parte della giornata. Si conoscono 16 sottospecie di Trachemys: le pi? note sono la tartaruga dalle orecchie rosse, Trachemys scripta elegans, e la tartaruga dalle orecchie gialle, Trachemys scripta scripta, che si differenziano per le caratteristiche macchie di diverso colore poste ai lati del muso da cui deriva il nome volgare. Vivono in gruppi, solitamente non superiori alla decina di esemplari, e sono onnivore, nutrendosi di piante acquatiche, invertebrati, piccoli pesci e anfibi.
Questa testuggine ? stata commercializzata in tutto il mondo a partire dal secondo dopoguerra, ed ? stata introdotta anche in numerosi Paesi europei, tra cui l’Italia. Nel corso degli anni novanta, la presenza della specie ? stata segnalata in ben 15 regioni italiane, soprattutto a seguito del rilascio incontrollato e prolungato in natura di esemplari allevati in cattivit?. Il fenomeno dell’abbandono riguarda ogni anno centinaia di esemplari, liberati in stagni, laghetti, fiumi o torrenti da cui, soprattutto durante piogge abbondanti, queste tartarughe vengono trasportate fino al mare, come accade anche in Toscana. Secondo i dati dell’ARPAT, circa il 99,9% delle persone che acquistano piccole tartarughe palustri americane, che si trovano spesso in esposizione alle fiere, nei mercatini o nei negozi di animali, le abbandonano in natura una volta diventate grandi, perch? non pi? in grado di gestirle.
I pochi studi sull’ecologia di Trachemys scripta indicano che, oltre a poter provocare la diffusione di alcuni batteri pericolosi anche per la salute dell’uomo e a recare danno ad anfibi, piccoli rettili ed alcune piante acquatiche riducendone la densit?, la presenza di questo rettile pu? costituire una seria minaccia per la sopravvivenza della tartaruga palustre europea, Emys orbicularis, che ? originaria del nostro Paese. Le due specie, infatti, si trovano a coesistere occupando lo stesso tipo di habitat e ad entrare in competizione, sia per le risorse di cibo che per il territorio inteso sia come siti di nidificazione che per le aree di basking (zone soleggiate di cui entrambe le specie necessitano per la termoregolazione).
La tartaruga palustre autoctona, Emys orbicularis ? una testuggine della famiglia delle Emydidae, dal comportamento stanziale e piuttosto abitudinario, con una dieta prevalentemente carnivora: si nutre in particolare di lumache, piccoli crostacei, larve di insetti, molluschi, girini, invertebrati acquatici, che consuma esclusivamente nell’acqua poich? ? in grado di inghiottire soltanto sott’acqua. Nella competizione tra le due specie, l’aliena Trachemys scripta risulta avvantaggiata sia per una maggiore facilit? per quest’ultima nel reperire le risorse trofiche (gli adulti si nutrono sia di animali che di piante) sia a causa del temperamento schivo e piuttosto remissivo di Emys orbicularis. La testuggine palustre europea ? una specie di interesse, inclusa nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43 dell’Unione Europea, e nella Convenzione di Berna, poich? molto sensibile al deterioramento del proprio habitat. In Italia presenta la tipica distribuzione di una specie minacciata: disomogenea e frammentata. Oggi ? principalmente minacciata dal progressivo scomparire del proprio habitat naturale dovuto al prosciugamento delle zone umide e alla regimazione dei corsi d’acqua; risente, come tutto l’ecosistema acquatico, del progressivo inquinamento delle acque, in particolare dell’immissione negli ambienti acquatici di sostanze tossiche quali insetticidi e diserbanti o altri principi attivi ad azione biocida. Altre rilevanti minacce sono costituite dalla soppressione della vegetazione riparia effettuata con mezzi meccanici che ferisce gli esemplari adulti e ne distrugge i nidi. In aggiunta alla distruzione dell’habitat, il rilascio in natura di numerosissimi esemplari dell’alloctona Trachemys scripta sta portando Emys orbicularis sempre pi? verso l’estinzione.
Per questa ragione, in applicazione della CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) gi? nel 1997 la sottospecie Trachemys scripta elegans, fino ad allora liberamente introdotta e commercializzata in Europa e in Italia, era stata inserita nell’Allegato B del Regolamento CEE n?338/97, che ne vietava l’introduzione nella Comunit? Europea, allo scopo di limitare il preoccupante fenomeno degli abbandoni.
In linea con la strategia europea sulla biodiversit? fino al 2020, nel 2013 la Commissione Europea ha definito una proposta di Regolamento per limitare l’impatto delle specie aliene invasive sulla biodiversit? degli ecosistemi naturali, che prevedeva anche la stesura da parte dei Paesi Membri di una lista comunitaria delle specie ritenute potenzialmente minacciose, e l’elaborazione di un piano d’azione congiunto per bandirne importo, acquisto, vendita ed utilizzo su tutto il territorio europeo, con particolari misure di consulenza che accompagnassero gli allevatori durante il periodo di transizione. Si sono dovuti attendere ben tre anni, ma finalmente proprio la scorsa estate questo elenco di specie invasive ? stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea: il Regolamento UE 2016/1141, entrato in vigore dal 3 Agosto scorso, tra le specie alloctone invasive ritenute una minaccia per la flora e la fauna autoctone include anche la tartaruga palustre americana, Trachemys scripta, vietandone esplicitamente la riproduzione, il trasporto, l’acquisto, la vendita e lo scambio, il rilascio e l’allevamento su tutto il territorio europeo.
Per coloro che possiedono gi? una Trachemys scripta sar? possibile continuare a tenerla fino alla sua morte, purch? in condizioni tali che non possa riprodursi, e occorrer? dimostrare di detenerla da prima del 13 Luglio 2016, cio? prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Poich? non sono state ancora definite le modalit? per dichiararne il possesso, per tutelarsi ? possibile inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno o una PEC (Posta Elettronica Certificata) all’Ufficio CITES della propria provincia, con un fac-simile della dichiarazione seguente:
Il sottoscritto (Cognome Nome)
nato a _______ il ________
in riferimento al Regolamento di Esecuzione (UE) 2016/1141 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell?Unione Europea il 14 luglio dichiara di essere attualmente in possesso di (n?) esemplari di Trachemys scripta (se conoscete il sesso di ogni esemplare, specificatelo), acquistati prima del 13 luglio 2016.
Aspettando un modello per effettuare una dichiarazione ufficiale,
saluto distintamente.
Data

Ecco i recapiti degli Uffici CITES della Toscana:
Nucleo Operativo CITES
Via Chiari, 53 – Arezzo
Tel: 0575/250428 (diretto)
Fax: 0575/251728
e-mail: cites.arezzo@corpoforestale.it
Coordinamento Regionale del Corpo Forestale dello Stato
Piazza Thomas Alva Edison, 11 ? Firenze
Tel: 055/3397842 (dalle 9.00 alle 11.00)
Fax: 055/3397844
e-mail: cites.firenze@corpoforestale.it

I negozianti hanno ancora due anni di tempo per terminare gli stock, per cui se vi capiter? di trovare delle Trachemys alle fiere o nei negozi di animali, evitate di comprarle, soprattutto se non siete sicuri di poterle accudire per tutta la loro vita (in cattivit? sopravvivono anche fino a 35 anni). Ricordate che questi animali raggiungono dimensioni notevoli (la lunghezza del carapace pu? arrivare fino a 9-10 cm nel maschio e a 15-18 cm nella femmina) e, soprattutto, nel caso in cui ne possediate gi? qualcuna, non abbandonatele in natura! Oltre a causare un enorme danno all’ecosistema, l’abbandono costituisce reato sanzionabile sia amministrativamente che penalmente, con multe dai 1.000 ai 10.000 ? e, a discrezione del giudice, anche con l’arresto fino ad un anno, secondo quanto disciplinato dall’articolo 727 del Codice Penale.