La storia inizia qui, siamo nel paese di Terrinca in localit? chiamata ?La Costa?, ? il 23 Aprile 1926. Nella famiglia Stagi, pastori da generazioni, nasce una bambina a cui viene dato il nome di Filomena (oggi con tanto di rispetto per noi paesani di Massaciuccoli ? la Filum?).
Filomena ? una bambina forte e bella, cresce in famiglia e come tutte le figlie femmine anche lei impara ben presto ad aiutare nelle faccende di casa, ma non solo, lass? fra i monti la vita ? dura e faticosa e deve accudire anche le pecore e le vacche e per tutti quei lavori era necessario spostarsi da un pascolo all’altro, tutti piuttosto distanti tra loro. E’ Filomena che mi racconta tutto questo, a quel tempo la vita era scandita solo dal ritmo delle stagioni.. bisognava andare nei boschi a raccogliere ci? che sarebbe servito per fare la lettiera delle pecore, tagliare il fieno, seccarlo per gli animali per l’inverno quando non si poteva andare al pascolo; a quei tempi d’inverno nevicava sempre e sembrava non finire mai mai. Lass? non c’era granch? vita, giusto qualche veglia nelle famiglie, ed era bello quando si andava in chiesa e le persone si scambiavano le notizie del paese.
Filomena cresce in una famiglia molto religiosa e praticante, essa stessa riceve una buona dottrina, ? perfetta nella fede e nel rispetto verso il prossimo. Tutti quegli anni trascorsi a Terrinca ce li racconta come se li vivesse oggi, Filomena li porta nel cuore e lei ogni tanto li rammenta, nei momenti in cui le facciamo visita.
Nel 1950 o 1951 Filomena incontra il giovane Francesco Copped?, si conoscevano da prima ma senza interesse reciproco, ma poi Cupido li fidanz?. Francesco era figlio di Manuele Copped?, appartenente ad una dinastia di pastori, di cui tutte le famiglie abitavano a Massaciuccoli, e nel periodo estivo sempre partivano per la transumanza su all’Alpe, nelle nostre montagne apuane. Si trattenevano sui monti tutta l’estate e quando avevano bisogno di fare un po’ di spesa scendevano al paese di Terrinca, per gli uomini specialmente questa era un’occasione anche per bere un po’ di vino con gli amici.
Nell’anno 1953 Filomena e Francesco si sposano, nel giorno di S.Stefano il 26 Dicembre, nella parrocchia di S.Clemente e S.Colombano. Tutta Terrinca ? in festa per i giovani sposi: Filomena e Francesco sono felici e trascorsa la giornata salutano amici e parenti e partono per una gita di nozze. Trascorrono qualche giorno a Pisa e Livorno e poi Filomena entra a far parte della famiglia di Manuele Copped?, abitanti a Massaciucccoli in localit? ?al Sasso?. Nei primi tempi Filomena si dimostra un po’ timida con noi di Massaciuccoli, ma forse perch? era novizia del paese, per? quando incontra le persone ? sempre gentile, sempre la prima nel salutare; si rivela inoltre una donna di fede profonda ed un’attiva frequentatrice della chiesa, e qui in paese diviene ben presto benvoluta da tutti. Essa stessa ci racconta che ? sempre stata amata e rispettata dalla famiglia Copped?; sua suocera Clorinda le chiedeva consigli come se fosse sua figlia. Anche se si trasferisce in una nuova famiglia e in un nuovo paese, Filomena da sposata non cessa mai i suoi rapporti con la famiglia d’origine, n? con i suoi parenti di Terrinca, e anche se era molto impegnata nelle sue attivit? quotidiane, continua a preoccuparsi e ad essere molto presente, nonostante i servizi per viaggiare fossero molto ridotti a quel tempo.
Nei primi anni di matrimonio Filomena e Francesco mettono al mondo due figli: la prima figlia ? Lorena, nata nel Luglio 1954, il secondo ? il maschio Filippo, nell’Aprile del 1963.
Man mano che i bambini crescono, iniziano a frequentare le scuole e i bisogni in famiglia aumentano. La casa diviene troppo piccola per loro e deve essere ampliata, ? allora che Francesco decide di lasciare le sue greggi e di andare a lavorare nella cava di pietra di Massaciuccoli. Per Francesco ? una decisione sofferta, ma la sua Filomena fa di tutto per aiutarlo moralmente. I figli nel frattempo si stanno facendo grandi e tutto pesa sulle spalle di Francesco; Filomena decide a quel punto di iniziare anche lei a lavorare, per aiutarlo a sostenere le spese di famiglia, e pensate cosa fa, si presenta da Rolando Del Soldato, a quel tempo coltivatore di spinaci nella bonifica, e intraprende questo mestiere, che viene svolto nei mesi invernali. Pur affrontando tutto questo essa non abbandona mai la preghiera, conosce tutte le ricorrenze liturgiche e quando parla di un Santo lo fa come se l’avesse conosciuto di persona. In tutto questo trascorrere di vita i figli una volta grandi prendono la loro strada, si sposano e vanno ad abitare fuori paese, pur rimanendo sempre vicini e sempre presenti con i genitori. Filomena adesso ? molto orgogliosa dei suoi nipoti, in casa tiene la foto di tutti i suoi familiari morti e vivi bene esposte e durante il giorno prega per tutti loro.
Un brutto giorno, quando proprio non lo pensava, Francesco muore d’infarto: ? il 23 marzo 1996. E’ Filomena che racconta questo momento con le sue parole: ?Io, in quel momento l?, ero uscita di casa per accudire le galline e quando sono rientrata l’ho trovato seduto al tavolino, con la testa appoggiata sul braccio. Provai a chiamarlo per dirgli di andare sul letto, ma senza ottebnere risposta… ormai Francesco era morto. Accorse tutto il vicinato, gli amici, i figli e i parenti, non so come feci a superare quei giorni, il mio Francesco mi aveva lasciata sola… ho tanto pregato il Signore anche per lui, e oggi la preghiera mi ? tanto di conforto, d? tanta forza al mio vivere e la sento gi? da tanto tempo? devo ringraziare anche Padre Franco Cadorin, quando mi incontro con lui, mi ascolta e mi conforta anche perch? ora all’et? mia non esco pi? per andare al cimitero o alla Messa, se non mi ci porta qualcuno. Esco solo per andare un po’ lungo la strada a raccogliere i fiori se ci sono, saluto le persone e rientro a casa. I miei figli vengono molto spesso a trovarmi e non mi fanno mancare nulla. Quando le persone del paese mi incontrano per strada si fermano, mi salutano e insieme si fa una ciarlata; sono contenta che mi vogliano bene. Mi fanno anche tante raccomandazioni riguardo la mia sicurezza, sulla via ora ci sono tanti pericoli e nessuno vuole che mi succeda qualcosa. Sapete come mi dicono tutti, sei arrivata a 90 anni ma la tua vita non finisce qui, per noi quando non ti vedremo pi? a raccogliere i tuoi fiorellini il Sasso non sar? pi? il Sasso?.
Tanti auguri Filomena!
Filum?