Tobia giroUna giornata come tante sul Lago di Massaciuccoli…
Sveglia all’alba per godere il silenzio dell’acqua interrotto solo dal canto improvviso di qualche usignolo di fiume e i colori rosati dell’orizzonte contro il quale si stagliano le sagome di un gruppetto di cormorani in volo…
Il nostro giovane esploratore Tobia ha fatto un’abbondante colazione per avere l’energia necessaria per potere pagaiare in canoa in solitaria per un p? prima di dedicare le sue attenzioni al cesto per il picnic.
Il nostro giovane esploratore Tobia, studente a tempo perso, ha aspettato tanto questa settimana di vacanza per dedicarsi al suo hobby preferito: l’esplorazione estasiata del mondo che lo circonda.
Anche quest’anno, il nostro giovane esploratore Tobia ha scelto Massaciuccoli come meta per la sua vacanza per le innumerevoli potenzialit? del luogo, per la natura e per le scoperte archeologiche.
E’ una splendida giornata soleggiata di met? settembre e il nostro giovane esploratore Tobia ? vestito con una maglietta verde di cotone a maniche corte e un paio di pantaloncini. Nello zaino, oltre ai panini e alla bottiglietta d’acqua, ci sono sacchetti trasparenti e barattoli di vetro di varie misure per la raccolta di reperti di qualsiasi tipo, dalla penna di tortora alla nocciola rosicchiata dal ghiro. Al collo l’inseparabile binocolo, e nel marsupio taccuino, guide da campo e una piccola macchina fotografica compatta.
Il nostro giovane esploratore Tobia ha l’occhio attento e nel giro di poco tempo riesce a vedere, oltre agli animali a cui ? ormai abituato, gli ultimi tre aironi rossi della stagione, un volo di cinque fenicotteri rosa e una dozzina di folaghe che sostano proprio nel grosso chiaro che d? il nome alla Riserva del Chiarone. Si ferma estasiato davanti a una meravigliosa fioritura di ibisco rosa cui dedica almeno una ventina di scatti fotografici e riparte ad esplorare i canali pi? piccoli e pi? tranquilli, perdendo talvolta lo sguardo nel volo delle fiammeggianti libellule rosse.
Procedendo con la tranquillit? che lo contraddistingue e lasciandosi guidare solo dall’appagamento dei propri sensi, il giovane esploratore Tobia, con il sole gi? alto nel cielo, raggiunge una bilancia di pesca abbandonata sulla quale decide di fermarsi per il pranzo, in compagnia solo del frinire delle cicale con le quali la stagione ha deciso di essere ancora un po’ clemente.
Le vecchie bilance da pesca sono ambienti affascinanti. Un tempo erano una vera e propria fonte di sostentamento per le famiglie che vivevano qui. Adesso alcune sono diventate dei bei posticini di svago per passare una domenica diversa facendo una grigliata tra amici piuttosto che andare in citt? a guardare le solite vetrine. Solo pochissime in verit? sono attrezzate per lo svago e trattate con cura. La maggior parte sono fatiscenti, pericolanti e spesso veramente brutte da vedersi. Un vero e proprio pugno in occhio in un paesaggio cos? bello. Il giovane esploratore Tobia in effetti pensa che il lago sarebbe molto pi? bello senza quei ruderi ma ne ? comunque affascinato perch? sono delle fonti preziosissime di reperti per lui di valore inestimabile.
In quella in cui ha appena finito di consumare il pranzo, ad esempio, ha appena raccolto tre borre di civetta e ha trovato una bacchetta da rabdomante… Poi ci ripensa un po’ meglio… Forse pi? probabilmente una fionda senza elastici o un supporto per una canna canna da pesca… Una bacchetta da rabdomante non ? un oggetto di grossa utilit? in una palafitta in mezzo a un lago! Il giovane esploratore Tobia ? sempre piacevolmente compiaciuto di s? stesso quando riesce a ragionare con arguzia sul significato delle sue scoperte.
Dopo avere mangiato, il giovane esploratore Tobia riparte con la sua canoa e da brava persona utilizza il sacchetto nel quale aveva portato i panini per raccogliere parte dell’immondizia di quelli che potremmo definire ?diversamente sensibili?, che abbandonano incuranti della volgarit? e delle conseguenze dei loro gesti.
Durante lo svolgimento di queste operazioni il giovane esploratore Tobia raccoglie alcune bottiglie di vetro, alcune bottiglie di plastica, piccoli contenitori in polistirolo e addirittura un paio di metri di lenza da pesca abbandonata che, se lasciata sul posto, potrebbe risultare letale per un qualche uccello che abbia la sventura di rimanerci impigliato.
Ormai sulla via del ritorno, il giovane esploratore Tobia trova un’altra bilancia di pesca abbandonata e decide di esplorarla alla ricerca di qualche reperto per la sua collezione di oggetti disparati.
Eccolo…
Dopo anni e anni di ricerche finalmente ? arrivato il giorno fortunato per il nostro eroe!
… In un lavabo d’acciaio coperto da una patina d’ossido, in tutto il suo splendore un magnifico antico coloratissimo contenitore per liquidi in alluminio.
Con il sorriso negli occhi e nel cuore, il giovane esploratore Tobia afferra il prezioso reperto, lo mette in un contenitore proteggendolo con della bambagia da eventuali urti e pagaia veloce verso la sede dell’oasi per mostrarlo orgoglioso agli altri.
All’oasi ? grande festa per la sensazionale scoperta e il reperto viene esaminato e analizzato da tutti in modo da essere sicuri dell’interpretazione corretta del suo utilizzo e della datazione.
Innanzitutto il materiale con il quale il manufatto ? costruito, cio? l’alluminio e la tipica forma cilindrica, chiuso su tutta la superficie tranne per un foro di forma vagamente ovoidale praticato in una delle due basi, fanno subito pensare a un antico contenitore per bibite.
Fortunatamente il reperto conserva ancora quasi intatto tutto lo strato di vernice con le iscrizioni dell’epoca, una delle quali, ?PEPSI?, toglie qualsiasi dubbio all’esperto giovane esploratore Tobia. Si tratta proprio di un contenitore per bibite del tipo denominato ?lattina? e conteneva una bevanda analcolica di colore molto scuro. Un’altra iscrizione ? ancora pi? precisa e recita testualmente: ?Ingredienti: acqua, zucchero, anidride carbonica, colorante: caramello, acidificante: acido ortofosforico, caffeina, estratti di piante aromatiche, essenze e aromi naturali?.
“Una vera e propria porcheria!” Esclama qualcuno. “Non posso credere che ci sia stata gente che beveva questa roba!”
Ma le sorprese non finiscono qui: la datazione del reperto non ha bisogno di alcun esame fisico poich? un’altra iscrizione collega la produzione della ?bibita in lattina? a un periodo storico ben preciso e a un evento in particolare, legato a un personaggio molto noto in ambito musicale che visse verso la fine dello scorso millennio.
L’iscrizione trascritta fedelmente nella sua integrit? recita infatti cos?:

?Michael Jackson
Dangerous world tour
Italy 1992?

? E pensare che c’? gente che le lattine di alluminio le getta nella raccolta differenziata!
Tobia lattina