Che Massaciuccoli abbia una vocazione per l’archeologia ? risaputo.logo massaciuccoli romana
Le prime scoperte archeologiche relative al territorio, seppur modeste, risalgono al 1756. Il primo ritrovamento importante relativo a una fistula acquaria (una conduttura idrica di epoca romana) risale al 1770. I ritrovamenti sono cos? affascinanti che nel 1819 la stessa Maria Luisa di Borbone, regina d’Etruria e Duchessa regnante di Lucca, mostra interesse per la zona facendosi promotrice di una nuova campagna di scavi.
In tempi pi? recenti, all’inizio degli anni venti, la Sopraintendenza alle Antichit? dell’Etruria rinnova l’attenzione degli alti livelli istituzionali per la zona con una esplorazione archeologica del piazzale su cui sorge l’attuale Pieve di S.Lorenzo e delle sottostanti imponenti mura delle terme.
E’ invece dovuta alla casualit? di uno scavo d’emergenza lungo la via Pietra a Padule negli anni trenta la scoperta di un complesso con balneum e mosaici facente parte, probabilmente, di una villa romana.
All’inizio del nuovo millennio il Comune di Massarosa decide la prosecuzione dei lavori e nel 2004, durante i lavori di ricerca di un sito per la costruzione di un Museo, vengono alla luce altre strutture di epoca romana. Il nascituro Museo si trasforma quindi in un cantiere finalizzato alla pi? attenta esplorazione dell’area. In questo contesto due indagini successive riescono a mettere in luce nuove relazioni tra i resti delle terme e quelli della villa nell’intento di ricostruire cronologicamente gli avvenimenti dalla costruzione degli impianti fino all’abbandono.
Oggi Massaciuccoli, dal punto di vista storico, ? un cantiere che raccoglie evidenze che coprono un arco di tempo vastissimo.
Quel che rimane del periodo pi? antico attestato nell’area di scavo sono resti di strutture irregolari e ormai difficilmente leggibili, che assieme ai pochi frammenti ceramici rinvenuti permettono di collocare il primo periodo di utilizzo in un generico momento compreso tra il VII e il IV secolo a.C. Non vi sono molti elementi certi, ma ipoteticamente si potrebbe assumere che la storia del sito di Massaciuccoli possa avere inizio con strutture, probabilmente capanne, costruite in materiali deperibili quali terra, paglia e legno collocate in una zona priva di ulteriori precedenti tracce antropiche. In un momento successivo, anche questo incerta datazione, a partire dalle fondazioni delle strutture preesistenti, viene costruito un edificio in pietra con andamento curvilineo probabilmente con funzioni abitative o difensive. Al momento si tratta semplicemente di ipotesi da rielabolare alla luce di auspicabili nuovi ritrovamenti.
Le prime tracce dell?occupazione di epoca romana corrispondono ai resti di un edificio in muratura databile attorno al I secolo a.C.. Si tratta di un edificio con un unico vano che rimase in uso fino agli inizi del I secolo d.C. quando l’area fu riorganizzata attraverso l?impianto di un esteso complesso connesso allo sfruttamento agricolo.
Gli studi archeologici hanno evidenziato per quanto riguarda il periodo romano l’esistenza di due complessi principali: in alto sulla collina i resti monumentali della villa dell’otium con le terme e in basso l??edificio con mosaico?.OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Mancano elementi per una datazione certa, ma non ? da escludersi la contemporaneit? dei due complessi.
La villa risulta essere costruita dalla famiglia dei Venulei, che nei secoli I e II d.C. furono una delle pi? importanti famiglie di Pisa. Lo sviluppo della villa e il lussuoso apparato ornamentale riflettono le fortune economiche e politiche dei suoi ricchi proprietari che da Pisa o da Roma, dove svolgevano le loro attivit?, qui venivano a trascorre i periodi di otium. Il legame dei Venulei con Massaciuccoli ? attestato da un bollo posto su una conduttura in piombo rinvenuta nella villa e da un secondo bollo posto su un laterizio rinvenuto nell’edificio con mosaico. Sul terrazzo superiore, successivamente occupato dalla Pieve di San Lorenzo, era collocata la parte residenziale della villa mentre si ipotizza che nel piazzale antistante la chiesa vi fosse collocato il serbatoio generale nel quale venivano raccolte le acque che alimentavano la grande vasca (ninfeo) a met? tra le due terrazze e l’impianto termale nella terrazza inferiore.
La pianta dell’edificio termale non ha una disposizione regolare per cui si presume abbia subito modificazioni ed ampliamenti rispetto all’edificio iniziale.
L’ingresso principale si affacciava su una vasta sala di pianta rettangolare dalla quale si accedeva ad altre stanze che conducevano agli ambienti principali dell’impianto: frigidarium, tepidarium, calidarium e alla grande sala centrale. Questa, anch’essa di forma rettangolare, aveva mura con nicchie rivestite da lastre di marmo e contenenti statue, soffitto a volta e pavimento con dettagli geometrici di marmo giallo antico. Come ambienti secondari erano presenti una sala massaggi, un vestibolo, una latrina, un ambiente atto a contenere la vasca per il bagno caldo e il forno in cui si produceva aria calda ad altissima temperatura per il riscaldamento della cella calidaria. Il sistema di riscaldamento era cos? efficiente che negli ambienti pi? caldi la temperatura riusciva a raggiungere i 50-60 gradi.
Il secondo complesso, denominato anche ?area funzionale?, ? situato nella parte bassa lungo il corso della attuale strada. Si tratta un edificio probabilmente dipendente dalla villa d’otium articolato in quartieri funzionali con destinazioni d’uso diversificate. Una serie di ambienti sono distribuiti attorno ad un ampio cortile porticato con giardino centrale e munito di due canalizzazioni lungo il perimetro. Il cortile ? configurato come un?area di transito e di comunicazione tra i vani, nonch? come area di lavoro per attivit? di cui non ? per? nota la natura.
Alcuni degli ambienti presenti sono invece riconoscibili come adatti allo svolgimento delle attivit? quotidiane: un granaio, magazzini, rimesse per attrezzi e probabili ricoveri per lavoranti. Alcuni indizi lasciano ipotizzare la presenza di un torchio oleario o vinario probabilmente smantellato alla fine del I secolo d.C.
Sempre sul cortile centrale si affacciano un?ampia cucina ed una stanza pavimentata, forse utilizzata come stanza da letto.
Nel complesso si ipotizza anche l?esistenza di una grande cisterna per la raccolta dell?acqua legata alla costruzione di un secondo piccolo circuito termale.
Probabilmente nel II secolo d.C. un evento traumatico provoc? il crollo di parte delle murature che vennero ristrutturate in seguito. Ci? comport? una nuova ripartizione degli spazi con la creazione di vani pi? ampi e la creazione di un?area destinata al culto. La nuova organizzazione potrebbe avere trasformato la vocazione dell?edificio facendolo diventare una struttura di accoglienza pur sempre collegata ad attivit? produttive connesse con l?utilizzo di fuoco e acqua, come attesta la presenza di piani di cottura e di sistemi per l?approvvigionamento e lo scarico delle acque.
? ragionevole supporre che il ruolo svolto dalla villa si esaurisca con il declino della famiglia dei Venulei attorno alla fine del II secolo d.C. Molto probabilmente si verificano dissesti seguiti crolli importanti e si cerc?, nel corso del III secolo, di porvi rimedio mediante rifacimenti e interventi vari che per? risultarono inadeguati. Nuovi crolli portarono, alla fine del III secolo d.C., al progressivo abbandono dell?area e alla sua sparizione sotto una serie di strati di terra.
Parte dei resti dell?edificio lungo via Pietra a Padule sono oggi protetti e resi fruibili dal pubblico grazie a una tensostruttura in vetro e una seconda tensiostruttura simile alla prima, attualmente in via di costruzione render? visitabili anche i resti situati dal lato opposto della strada.
All?interno della parte espositiva, inoltre, ? allestita una selezione di reperti che sono stati portati alla luce durante gli scavi a valle di Via Pietra a Padule.
I pochi ma significativi rinvenimenti ceramici databili a partire dalla fine del VII-VI secolo a.C., attestano che l?area era frequentata anche prima che l?edificio fosse costruito. La vita quotidiana all?interno della struttura ? invece databile pi? o meno dal I fino al VI secolo d.C. in base al vasellame rinvenuto.

Vi invitiamo a visitare per saperne di pi? il sito internet “Massaciuccoli Romana” curato dal Gruppo Archeologico Massarosese, che gestisce l’area e la sua fruizione turistica.
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